Perché non posso non dirmi comunista

PERCHE’ NON POSSO NON DIRMI COMUNISTA

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Il volume raccoglie un’ampia scelta di scritti di Giovanni Urbani che percorrono tutta la sua vita, dagli anni della Resistenza al fascismo – alla quale partecipò nelle file dei partigiani garibaldini della Divisione “Gin Bevilacqua” operante nell’entroterra savonese, scendendo a Savona il 25 Aprile 1945 con la carica di commissari politico della stessa Divisione – fino ad oggi.

La lunga vita di Giovanni Urbani – che ha appena compiuto 93 anni – è stata dedicata in gran parte all’attività pubblica sia in veste di amministratore (sindaco di Savona fra il 1957 e il 1958 e dagli anni ’60 al 1994 consigliere provinciale) sia in quella di senatore del P.C.I. (carica ricoperta dal 1972 al 1986 per quattro legislature); ma contemporaneamente e soprattutto all’attività politica nelle file del Partito Comunista e successivamente del P.D.S. e dei D.S., con ruoli spesso di primo piano: dagli anni della giovinezza (memorabile la sua partecipazione attiva all’VIII Congresso del P.C.I. nel 1956 , cui è riservato ampio spazio nella prefazione di Marengo); ma importante anche il ruolo svolto nella strenua battaglia contro lo scioglimento del P.C.I. (1990-91), condotta insieme a molti altri (semplici militanti o esponenti di rilievo quali Umberto Scardaoni e Bruno Marengo, per citare i più noti), restando poi alla testa della combattiva minoranza interna ai partiti nati da quello scioglimento, che capeggiò fino alla costituzione del P.D. (2007), partito al quale rifiutò di aderire.

Il libro attesta anche la grande varietà di interessi del suo autore oltre la politica intesa in senso stretto: dal rilevante contributo agli studi su Antonio Gramsci all’ interesse per la cultura scientifica, singolare e significativa, se pensiamo alla sua formazione umanistica. Vale la pena di ricordare la sua partecipazione al Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Spaziale Italiana, alla cui nascita aveva contribuito con una legge specifica al Senato e l’impegno in questi ultimi anni sui temi della laicità e del testamento biologico e dei problemi del fine vita, sfociata a Savona nella costituzione dell’Associazione omonima, di cui Urbani è tuttora presidente.

Meritano infine un cenno alcuni scritti dedicati al ricordo di alcuni personaggi, ben noti a Savona e nel Savonese (Magliotto, Cava, Calvi, Morachioli, Vallerino), ai quali fu legato da una lunga e spesso profonda amicizia.

 

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Autore

Giovanni Urbani

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