Copertina-Ravazzi-svolgente

La mia campagna di Russia

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Immerso in una tragedia immane quale fu la Campagna di Russia con la sua drammatica e rovinosa ritirata, un tenentino non ancora 23-enne, che dopo un paio di anni sarebbe diventa- to mio padre, prese annotazioni come poté sulla sua piccola agenda rossa.

Il periodo di riferimento è quello che va dal 25 luglio 1942 alla fine dell’aprile 1943, gli appunti – in forma di diario – non sono tuttavia presenti sotto la data di ogni singolo giorno.

Molto spesso, quando l’orrore era troppo grande, la spaventosa ed incalzante entità degli eventi era tale da non consentirgli né fisicamente né spiritualmente di fissare sulla carta le pur scon- volgenti emozioni e sensazioni provate di paura, desolazione e scoramento, che erano diventate la più fedele compagnia.

A volte era soltanto a fine giornata che la situazione gli rende- va possibile registrare impressioni e fatti o almeno parole chia- ve in grado di richiamarli.

A volte invece c’erano più giorni consecutivi senza notizie scritte, a volte ancora note riassuntive magari riferentesi a una o anche a due settimane.

Per necessità incompleto, il diario che tenne si presenta inoltre sintetico, con uno stile scarno ed essenziale.
Quasi una registrazione.
Nessuna traccia di una qualsivoglia strategia per richiamare l’at- tenzione del lettore.

Non indugia su descrizioni d’effetto, né si perde a dilungare con inutili giri di parole l’esposizione degli avvenimenti.

Uno stile che lo differenzia notevolmente da quello dei numero- sissimi altri scritti sul tema, in cui la narrazione tende ad esalta- re i fatti assumendo prevalentemente una colorazione epico-spet- tacolare.

Il confrontarsi giorno dopo giorno con la crudezza e l’orrore di quella che avrebbe dovuto essere una Blitzkrieg e che invece si protrasse durante ed oltre il terribile inverno russo faceva senti- re inutile e inadeguata ogni parola superflua.

Mio padre fa per così dire il… cronista di se stesso, in modo coe- rente nonostante una certa discontinuità temporale della sua agendina, la cui copertina – fotografata ed ingrandita – fa anche da copertina a questo stesso libretto.

Stringatezza e una certa discontinuità nella registrazione dun- que, ma credo che proprio queste due caratteristiche non possa- no disgiungersi da una terza, racchiusa nelle precedenti, che è poi la qualità più importante: l’immediatezza, la spontaneità, quasi un film girato in presa diretta.

Nel risistemare il materiale lasciato da papà ho prestato pertan- to particolare attenzione non solo a riportarne fedelmente il con- tenuto, ma anche a mantenerne le caratteristiche dello stile ori- ginario: questo non è un film a trama che volendo si può abbel- lire, questo è un documentario.

Perciò non dipinge, ma fotografa. Persino le emozioni. Copertina-Ravazzi-svolgente

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Autore

Anna Ravazzi, Edilio Ravazzi

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