Flysurf lesson 1
(Giugno '99)

Tutti ne parlano, alcuni lo hanno visto dal vivo, altri in pubblicità (vedi Sector), altri in fotografia... il Flysurf è comunque l'ultima novità fra gli sport a propulsione eolica e noi cosa abbiamo fatto? Dopo avervi presentato in anteprima due mesi fa, l'articolo sulla nascita di questo nuovo modo di andare per mare, ora in collaborazione con Centro Surf Genova, è più precisamente con Lorenzo Bollesan (nelle foto) vi abbiamo preparato questo "fly surf test" made in Corsica.

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Lorenzo in Corsica

Facciamo un po' di chiarezza, partendo dalla base: il fly surf non è che un grande aquilone che traina una tavola. ... ma come si usa? Come è fatto l'aquilone? E se ti cade in acqua? Ma riesce a bolinare?...Ma che azz!!! calma!!! siamo qui per dare tutte le risposte.... un po' di pazienza. Innanzitutto ci sono varie forme di "ala" con i bordi d'attacco gonfiabili oppure a "cassoni" chiusi ai lati per non fare entrare acqua e per non farlo sgonfiare in caso di caduta in mare. Noi abbiamo optato per questo ultimo tipo in quanto necessita di poco tempo di preparazione, non ha il problema di eventuali forature delle camere d'aria nel bordo d'attacco e soprattutto è molto più performante, cosa che significa essere più veloci e molto più bolinieri, caratteristica fondamentale per questo genere d'attrezzo.. L'ala è collegata attraverso 2 cavi di circa 30 metri di lunghezza ad un boma lungo 1 metro che con uno sgancio di sicurezza (vedi foto 1) fa si che in caso di difficoltà l'ala possa essere facilmente messa a terra.

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Foto 1
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Foto 2

 

Esiste un'altra "sicurezza" e cioè un grosso elastico che con un nodo unisce il boma al trapezio (vedi foto 2) in modo che nel caso si dovesse mollare accidentalmente il boma, l'aquilone non vola via, ma rimane unito al pilota il quale può così riprendere in mano il boma ed il controllo.

Ma veniamo alla prova in acqua. Noi avevamo come misura un'ala da 8.5 mq che si è dimostrata validissima in condizioni di vento leggero, ma che anche con vento più forte si è dimostrata all'altezza della situazione. Per la tavola avevamo un 2.50 (vento leggero) ed un Bic Evolution (per più vento) opportunamente attrezzati con straps. La prima partenza avviene da terra, si srotolano i cavi, si collega il tutto, si fa posizionare l'aquilone a circa 45º rispetto alla direzione del vento. Si fanno alzare solo i due cassoni aperti e si aspetta che tutta l'ala si gonfi, 10 secondi circa di attesa e l'aquilone parte veloce e si posiziona sulla perpendicolare senza esercitare alcuna trazione. Ora ci si attacca al trapezio e con una mano, presa la tavola, ci si avvicina al mare, ci si posiziona in acqua come se si dovesse partire con il wakeboard, (vedi foto 3) con i piedi nelle straps e la tavola di traverso sempre con l'aquilone sulla verticale e ci si prepara alla partenza. Tutto è pronto, si esercita una leggera trazione sul boma dalla parte della prua della tavola. L'aquilone scende da quella parte, aumenta la trazione ed in un attimo ci si ritrova sulla tavola in planata con una facilità impressionante, se la comparate ai vari tentativi di partenza dall'acqua con il windsurf di qualche anno fa. Una volta usciti dall'acqua si regola la trazione e velocità con l'abbassamento o meno sull'acqua, si inclina la tavola sopra vento e ci si accorge di quanto sia facile bolinare e soprattutto dell'angolo di bolina raggiunto (veramente incredibile!!!).

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Foto 3

Per le prime volte non consiglio di strambare, ma piuttosto di rallentare mettendo l'ala sulla verticale fino a fermarsi, girare la tavola, aiutandosi con una mano e ripartire dall'altra parte. 5 o 6 bordi così per prendere confidenza e poi si può provare a strambare. Prima o poi però si cade... e cosa succede? Niente paura ecco cosa fare:
1) quando si cade se possibile non staccare le mani dal boma, ma tenendo il controllo dell'aquilone, farlo risalire sulla verticale in modo da annullare la "trazione" riprendere la tavola che è legata a noi con un leash e ripartire.
2) se l'ala cade in acqua, grazie ai "cassoni" chiusi non si sgonfia, per rifarlo partire si sta con il corpo in verticale in acqua, e muovendo il boma o da una parte o dall'altra, si fa si che l'aquilone si giri e riparta... è questione di un attimo, se i cavi si rigirano su se stessi non succede niente, comunque se si vuole metterli a posto basta girare anche il boma dalla stessa parte.
In conclusione il fly surf ci ha soddisfatto a pieni voti, questa ala a cassoni dell'ultima generazione si è rivelata ottima e versatile. Esiste in due misure 8.5 m (quello della prova) e 6.5 m per vento forte. Se volete vederli in tutti i loro particolari i Fly Surf li trovate da:
Centro Surf Genova tel. 010 312107 / 312654 dove Stefano e Fabio sono a disposizione per chiarimenti o consigli riguardanti lo sport del momento... il Fly Surf.

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Raphael Salles in azione a Hyeres

Testo by Stefano Ferrando  - Photo © by Roberto Pala
Rider: Lorenzo Bollesan

Wind News Surf Magazine