Forward Loop

Questo salto, considerato giustamente una delle manovre più spettacolari in assoluto, è in realtà molto più semplice di come può sembrare visto da fuori. La cosa bella è che quando lo avrete imparato potrete rendere molto più divertente la vostra uscita e, anche quelle 4 planate a Noli, vi sembreranno tutta un altra cosa. Realizzabile sia in acqua completamente liscia (Speed Loop), sia con tre metri d'onda è facile da fare, sia con vele grandi (anche 7 metri), sia con riggs piccolissimi. Lo scoglio iniziale da superare è la predisposizione mentale: anche se l'istinto di autoconservazione cerca di fermarvi il forward è uno dei salti meno pericolosi in assoluto, è molto difficile farsi male specie all'inizio. Seconda regola principale è che non dovete aspettare la grande mareggiata da sud/ovest del 72: per provare il forward: basta un piccolo cioppo e girare completamente è solo una questione di leve e coordinazione dei movimenti. Terza regola: se non vi sentite pronti non ci pensate, non passate ore nervose in una semi posizione dicendo "ora giro... ora giro" renderete inutile la vostra uscita oltre che poco divertente.

Foto 1: mi dirigo bello veloce al traverso - lasco contro un ciop. Le mani sono abbastanza larghe sul boma quella anteriore con il palmo rivolto in basso.
Foto 2: stacco cercando di alzare la tavola, un minimo prima di girare. Con il braccio posteriore (che nel momento dello stacco avrò portato ancora più indietro) chiudo la vela spingendola con quello anteriore, contemporaneamente la gamba posteriore verrà richiamata in modo da assumere una posizione rannicchiata. Quest'ultima mossa è molto importante perchè la chiave di tutto. Contrariamente a quanto si crede è molto più importante il gioco di gambe rispetto a quello delle braccia. Si eseguono facilmente forward ad una mano, meno facilmente a un piede. Rannicchiando la gamba posteriore infatti imprimerete una rotazione più veloce. E vi troverete a fine giro con la tavola che vi anticiperà l'arrivo ricadendo sotto di voi, evitandovi schienate e arrivi abortiti. Questa mossa è molto importante soprattutto negli speed loop dove non avrete spazio per riportarvi in una posizione più verticale.
Foto3/4: a questo punto la rotazione verrà automatica e vi troverete per un istante sottosopra.
Foto5: se avrete fatto le cose bene l'atterraggio avverà in modo quasi automatico e senza quasi accorgervene starete navigando di nuovo. Se viceversa come nella sequenza il movimento delle gambe non sarà accentuato vi troverete ad atterrare in una maniera non proprio perfetta ed elegante.

Fattori principali per una buona riuscita.
- Buona velocità
- Attaccare l'onda al traverso lasco e NON di bolina
- Mani larghe sul boma
- Cazzare con la mano dietro
- Richiamare la tavola con la gamba dietro.
- Ruotare la testa verso la bugna.

Cose da non fare:
- Arrivare troppo lenti.
- Tenere le gambe dritte e rigide.
- Guardare l'acqua
- Aprire la vela in atterraggio
- Cercare la prima volta il trampolino "bello alto"
- Mettersi il casco.

Consigli:
Iniziate a ruotare con almeno 20 nodi di vento e con un piccolo cioppo. Non abbiate paura, ad ogni schienata iniziale ripetervi «non mi sono fatto niente» perché in realtà è così , ad ogni bordo provatene parecchi in modo da capire e imparare a coordinare i movimenti. Dopo poche uscite sarete in grado di girare e anche se non li chiudete perfetti, almeno di ripartire dall'acqua.

Conclusioni:
Se iniziate alla vostra prossima uscita vi garantisco che nel giro di 5-6 surfate sarete degli abili loopers. Non abbiate paura e provate vedrete che in fondo è molto più facile farlo che pensarlo.

by Francisco KS7

Wind News Surf Magazine