Dave Kalama
(Febbraio '99)

WN: Ciao Dave, dopo anni di collaborazione con North Sails hai iniziato la stagione con grosse novità, cosa è accaduto?

D.K: Effettivamente dalla scorsa stagione ho fatto grossi cambiamenti in tema di sponsor, dopo molti anni di collaborazione con North Sails, da questa stagione ho cambiato veleria. Ho iniziato un nuovo rapporto di collaborazione con la Challenger Sails per la realizzazione delle vele, con la Quiksilver che mi seguirà soprattutto per il longboard, con Maui Fin Company, Oakley e con Da Kine.

WN: Come è iniziato questo rapporto con la Challenger Sails?

D.K: Lo scorso inverno, grazie alla collaborazione di Pio Marasco di Maui Fin Company, ho avuto modo di conoscere Carlo Rotelli a Maui. In quel periodo Carlo stava provando dei nuovi prototipi delle vele wave, così ho avuto modo di testarli e mi sono reso conto che le vele erano già abbastanza buone...

WN: Ma questo non può essere stato il motivo per lasciare l'altra veleria e per approdare in Challenger?

D.K: ... no, non è stato questo l'unico motivo, sai ormai con North avevo terminato il mio contratto ed in giro non c'erano velerie disposte a sponsorizzare un atleta che non facesse la World Cup. Insomma nessuno vedeva il windsurf alla mia stessa maniera.."only soul spirit".....ormai non avevo più voglia di seguire il world tour, ma avevo intenzione di ricercare i veri valori che questo sport ti può dare, ed in Challenger sono riuscito a trovare tutto questo. Così lo scorso marzo ho siglato un accordo che mi legherà a loro per un bel po' di tempo.

WN: Che impressione hai avuto della veleria Italiana?

D.K: Personalmente non conosco ancora il loft Challenger, in quanto non sono ancora riuscito a venire in Italia, ma ho avuto modo di collaborare qui a Maui con Carlo, inoltre abbiamo avuto la possibilità di impostare il lavoro già su una serie di ottimi prototipi.

WN: Quale è la differenza tra la Kalama Flower e le vecchie Skin?

D.K: Le vele sono completamente differenti, siamo partiti dalla Skin come base ma poi abbiamo fatto moltissimi prototipi, ottenendo uno shape differente per ogni misura, anche se le vele possono somigliarsi tra di loro. I cambiamenti principali sono stati la nuova disposizione dei ferzi, la nuova penna, molto più' esposta rispetto alle altre, un nuovo giro d'albero, tutto ciò ha contribuito ad ottenere una vela con un nuovo twist di balumina, molto più bilanciata, con dei nuovi grassi, quindi una con molta accelerazione, ma allo stesso tempo neutra tra le mani. Inoltre sono stati utilizzati nuovi materiali e una maggiore attenzione nelle rifiniture e nei particolari costruttivi.

WN: Le vele che tu hai testato e stai utilizzando sono le stesse che poi andranno in commercio, oppure utilizzi dei prototipi?

D.K: Questo è un punto molto importante per me, a cui tengo precisare moltissimo, le vele che io utilizzo per surfare, sono le stesse che poi andranno in commercio, le stesse che poi andranno sulle riviste, ma soprattutto le stesse che la gente comune avrà modo di provare. L'unica differenza è che avrò le vele con largo anticipo rispetto alla produzione, così avrò modo di testarle cercando la cura dei minimi particolari. E' solamente quando sarò sicuro al 100% del prodotto che queste andranno in produzione. Come hai avuto modo di vedere all'Aloha Classic di Maui avevo delle vele totalmente di serie.

WN: Claudio e la Challenger credono molto in te, cosa ne pensi?

D.K: Anche io sono molto motivato da questa nuova collaborazione, credo molto nelle loro conoscenze e nei loro mezzi tecnici. Ho notato come siano pienamente coinvolti nel progetto Kalama, ma la cosa che mi ha riempito maggiormente di gioia come il loro concetto di soul surfer sia lo stesso del mio, credo che potremmo fare sicuramente delle ottime cose assieme.

WN: Come si svolge la tua giornata tipo a Maui?

D.K: La mia giornata a Maui è molto tranquilla. Mi alzo presto la mattina, assieme alla mia famiglia, faccio dello streching e a seconda delle condizioni di onda e vento decido cosa fare, ma il tutto in assoluta tranquillità. Durante la giornata mi incontro con i miei sponsor e cerchiamo di mettere a punto i nuovi materiali, posso provare le pinne per Maui Fin, oppure i nuovi accessori per Da Kine, ma la cosa più importante è stare in acqua a fare surf o windsurf.

WN: Oltre nel windsurf, sei molto famoso anche nel surf da onda?

D.K: Il surf da onda nella mia casa è una tradizione ormai instaurata da anni, mio padre Ilima Kalama, è stato una figura molto importante per il mondo del surf. Entrambi facciamo longboard ed io sto cercando di seguire le sue orme, grazie anche alla collaborazione della Quiksilver. Fare longboard rispecchia completamente il mio modo di vivere,e mi piace molto.

WN: Insieme ad altri grossi nomi del windsurf, dedichi molto tempo anche al surf strep?

D.K: Surf strep è un grosso divertimento, perché puoi unire al surf anche alcune manovre del windsurf, puoi esprimerti ai massimi livelli ed aggredire le onde con la massima radicalità, avendo sempre sotto controllo la tua tavola, ma si tratta soltanto di un divertimento.

WN: Sei uno dei più assidui frequentatori di Jaws, che sensazioni riesci ad ottenere surfando quelle enormi masse d'acqua?

D.K: Jaws è un posto unico al mondo, non soltanto per le enormi onde che può mandare, ma anche per il posto, per la conformazione delle onde stesse. Surfare lì è molto bello, non soltanto perché è un posto dove pochissime persone escono in windsurf, ma soprattutto per le sensazioni che ti può offrire. Le sue onde sono così veloci e potenti, ed il vento così leggero che non puoi assolutamente pensare a nient'altro se non ad essere concentrato. Tutto si svolge in un attimo, che tu non riesci neanche a rendertene conto. Jaws è uno stato mentale, lì puoi liberare il tuo spirito, pensare soltanto a surfare, perché attorno a te non c'è nulla, non ci sono persone, ci sei soltanto tu e lei.....l'onda.

WN: Cosa spinge tu e i tuoi amici a surfare a Jaws?

D.K: Generalmente esco a Jaws con un gruppo di amici, con cui sono ormai affiatato da molto tempo. Surfando con loro, puoi condividere delle sensazioni uniche, dei momenti incredibili. Siamo un team molto unito, ci prepariamo assieme dividiamo quegli attimi assieme, ci aiutiamo nei momenti di difficoltà. Per uscire a Jaws devi avere la totale fiducia dei tuoi amici, devi rischiare per loro nei momenti di difficoltà, ma allo stesso tempo sei certo che loro farebbero altrettanto per te. Tutto ciò ti dà la serenità per affrontare le onde di Jaws.

WN:Puoi dirci qualcosa di questo gruppo di amici?

D.K: Generalmente ho un buon feeling con tutte le persone di Maui, ma c'è un gruppo molto particolare a cui sono molto legato, un gruppo di persone con cui ho fatto le gare per molto tempo. Sono delle persone molto speciali per me, con loro c'è un legame molto stretto! E' un modo di vivere, fanno parte ormai della mia stessa vita, della mia famiglia. Si tratta di Mike Woltz, Pete Chabrina, Mark Angulo, Rush Randle.

WN: Cosa pensi del fenomeno del localismo?

D.K:Ormai il fenomeno del localismo si è molto attenuato con il tempo, in quanto puoi trovare ragazzi giovanissimi che viaggiano per tutto il mondo, le culture ormai si sono mischiate. C'è molto più colloquio tra i ragazzi di oggi, però credo che sia altrettanto importante portare rispetto alla gente del posto, non essere arroganti, non ti parlo soltanto quando ci si trova in acqua, ma soprattutto quando sei in giro nella città, il rispetto della natura, e soprattutto non sentirsi i padroni di tutto, perché potresti trovare qualche persona del posto che non la pensa come te e ....potrebbe arrabbiarsi...anche molto. Si tratta soltanto di rispetto....solo rispetto....

WN: Cosa pensi della grande invasione di gente che ha avuto Maui in questi anni?

D.K:Ormai puoi trovare gente a Maui durante tutto l'anno, non parlo della gente del posto, ma di stranieri che vengono qui soltanto per surfare, per stare un mese e poco più. Generalmente si tratta sempre di gente per bene nel 99% dei casi, ma qualche volta puoi trovarne uno fuori dalla norma, che viene qui per fare il padrone, per creare confusione, magari soltanto perché è leggermente più bravo degli altri. Sono queste le persone pericolose, quelle che poi possono far nascere degli equivoci, sono loro che possono alterare degli equilibri ormai instaurati da tempo. Però devono stare anche attenti perché si trovano sempre in una terra straniera........eh, eh, eh!

WN: Cosa pensi della nuova generazione di windsurfisti?

D.K:Effettivamente possiamo dire che oggi ci troviamo di fronte ad una nuova generazione di surfisti molto bravi, con uno stile di vita completamente differente da quello nostro. Si tratta di due scuole completamente differenti. La nostra è un modo completamente differente dal loro di andare e vivere il windsurf. Per noi la cosa più importante era quella di saper fare bene un forward loop, un 360°, aggredire il l'IP in maniera pulita, tutto con un determinato stile, che poi si rispecchiava nel nostro modo quotidiano di vivere. Loro invece lo vivono differentemente, sicuramente molto più spettacolare dal punto di vista dei salti, ma meno bello nelle surfate, per loro tutto è più frenetico, in quanto si tratta di personaggi immagine, devono avere a che fare anche con altre cose, quale il marketing, gli impegni con gli sponsor, tutto è più stressante.....tanto che hanno meno tempo a disposizione per fare ciò che gli piace maggiormente.....il windsurf!

WN: Quanto è importante per te l'amicizia?

D.K: Per me l'amicizia è la cosa più importante della mia vita, la mia famiglia, i miei amici, mio padre, mia madre, i miei nonni, sono loro che mi hanno dato la possibilità di crescere, maturare, di conoscere i veri valori della vita, sono stati un esempio di vita molto importante per me. Sono loro che mi hanno dato le motivazioni e gli stimoli giusti per affrontare la vita, per farmi diventare ...Dave Kalama.

WN: Sappiamo che hai lasciato perdere la World Cup, per stare costantemente a Maui, perché?

D.K: Sono molto legato ad Hookipa, fa parte ormai della mia vita quotidiana, è per questo motivo che forse non ho mai preso seriamente l'idea di fare il World Tour. Qui posso fare ciò che maggiormente mi piace, andare in windsurf, fare longboard, stare in assoluta tranquillità, è questo ciò che voglio fare...... non voglio lo stress di dover partire e girare per tutto il mondo soltanto per fare delle gare, non voglio assolutamente lasciare sola la mia famiglia. Qui a Maui ho tutto ciò che desidero.

WN: Sappiamo che sei intenzionato a fare nuovamente delle gare, e vero?

D.K: A me piace molto gareggiare, confrontarmi in acqua con la gente, anche se ormai non partecipo attivamente alla World Tour. Qui a Maui faccio spesso delle gare, anche se magari non sono importanti a livello mondiale.

Wn: Come ad esempio l'Aloha Classic?

D.K: Ormai erano molti anni che a Maui non si faceva più una gara di coppa del mondo, così mi sono iscritto, pur essendo fuori dal ranking. Così ho dovuto iniziare dai trials e fortunatamente li ho vinti, aggiudicandomi un posto per la gara ufficiale.

WN: Anche qui hai ottenuto degli ottimi risultati?

D.K: Beh...per essere un vecchietto non è andata affatto male. Sono riuscito a fare delle heat molto belle e pulite, sono stato anche fortunato a scegliere i set di onde più belle, fortunatamente abbiamo trovato delle condizioni veramente belle e radicali.

WN: Si può dire una vittoria della vecchia scuola sulla nuova?

D.K: Vedendo i risultati potrebbe essere così, sono riuscito ad arrivare davanti a gente molto forte, come Dunkerbeck, Bringdal, Bryan, Stone, ma sono anche molto dispiaciuto per come sia andata a finire la gara.

WN: Puoi raccontarci cosa è accaduto precisamente?

D.K: Con Jason avevamo iniziato una grande heat, tutti e due alla ricerca dell'onda sempre più grande, e purtroppo mentre ne stavo surfano una veramente grossa il l'IP si è chiuso sulla mia testa, buttandomi una tonnellata d'acqua addosso ed ho rotto l'albero. Quando Pete Cabrinha mi ha portato il nuovo rig, ormai era troppo tardi e giustamente Jason aveva vinto la sua finale..." but is not a problem"!

WN: Grande motivo di soddisfazione questo sia per te che per la Challenger?

D.K: Sicuramente non poteva esserci modo migliore per iniziare questa nuova avventura. Per tutti noi è stato un ottimo modo di presentare le vele e gli alberi della nuova linea Challenger; era il modo migliore per fare vedere che abbiamo anche noi una vela ed un rig molto competitivo.

WN:Quanto è importante per te superare i limiti del windsurf?

D.K: Per me è molto importante superare i limiti del windsurf, è la cosa più eccitante è quella di creare nuove manovre e vedere gente che cerca di imitarti, ma non solo questo, è bello cercare di migliorarsi sempre, soprattutto quando poi tutto ciò si riflette nel tuo stesso modo di vivere.

WN: Cosa pensi del World Tour?

D.K: Credo che il world tour sia molto importante....... specialmente perché porta lontano da Hookipa tutti i surfisti impegnati nelle gare e mi permette di godermi in pace e tranquillità Hookipa assieme ai miei amici....eh eh eh!

WN: Cosa pensi dei ragazzi,come Dunkerbeck, Bringdal, Polakow, Naish che fanno la World Cup?

D.K: Io li rispetto molto sono tutti dei bravi ragazzi e degli ottimi surfisti, molto tecnici, ma non li considero dei miei amici, ad eccezione di Robby Naish. Bjorn è un ragazzo molto disponibile crede a tutto ciò che fa forse è uno dei pochi professionisti presenti in coppa del mondo. Bringdal è una persona molto tecnica e preparata, Robby invece è un istituzione del windsurf, anche se credo che ultimamente stia perdendo gli stimoli per fare la coppa del mondo, ormai è impegnato in altre cose. Ha un' azienda da condurre, ha delle responsabilità, lui è uno dei pochissimi a cui sono particolarmente legato.

WN: Un momento particolare della tua vita, che ricordi con maggior piacere?

D.K: Nulla in particolare, io ricordo con lo stesso piacere tutti i momenti della mia vita, anche quelli negativi, perché hanno contribuito a farmi maturare.

WN: Ok, grazie per l'intervista!

D.K: Ok, ciao a presto....naturalmente in Italia.


photo: © Challenger Sails

interwiew by Andrea "Sek" Sterbini

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