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Scrive Angelo Barile sulla presentazione del libro: “Rosita Del Buono Boero intitola questo suo libriccino di versi con una di quelle parole che nel nostro dialetto così scontroso suonano a volte più gentili che in lingua: O massetto.
Si sa che o massetto non può essere che di fiori spontanei. Siano di prato o di bosco, o dell’ortetto di casa, la mano che li ha colti ne ha già fatto la scelta. Ma poi li ripassa attenta, ne scarta sempre qualcuno, dispone e lega quelli che restano in una certa armonia che non è più solo dei fiori. Al buon odore di terra e di primavera se ne aggiunge un altro più delicato e segreto. E o massetto diviene una cosa nostra, una cosa del cuore. Allora ne possiamo far dono, o metterlo sulla nostra tavola o davanti all’immagine di un nostro caro assente”.

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