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FARFA - Il miliardario della fantasia

FARFA IL MILIARDARIO DELLA FANTASIA

€2.000,00

di Farfa

Nota critica di Giovanni Farris
Presentazione di F.T. Marinetti
Illustrazioni di Bruno Munari

Edizione in custodia

Stampato nel 1986

Descrizione prodotto

FARFA - Il miliardario della fantasia

La lito-latta è un’invenzione tutta savonese, e può considerarsi la più importante invenzione artistica mai fatta a Savona. La storia affascina ancora oggi moltissimi studiosi alle prese con le parole roboanti di Marinetti, i tagli nelle tele di Lucio Fontana e tutto ciò che possa ricondursi alla parola Futurismo. Savona, si sa, è sempre stata bacino di grandi movimenti, sociali, politici, religiosi. Immaginiamo ora Savona come una grande reggia: troviamo saloni lussuosi e sfavillanti, in cui crescono in un forte clima di ascesa due dei papi più importanti della storia, Sisto IV e Giulio II. Poi proseguiamo e sul grande corridoio che è la Storia si apre davanti a noi la grande stanza della politica: lotte sindacali di fabbrica, deportazioni di massa, bombe nei palazzi, poi definite “neo-fasciste”, e tanti altri eventi vicini molto importanti… tornando leggermente indietro nel nostro cammino, troviamo una porticina, senza lustri, desolata. Apriamo. Ed è qui che troviamo, in mezzo a ragnatele e nubi di polvere, le fioche sagome di quattro ragazzi che a Zinola stanno progettando il Futuro… sono Marinetti, Acquaviva, Farfa e Vincenzo Nosenzo. Stanno progettando una nuova forma di libro (e bisogna ricordare che i libri come li leggevano loro erano come quelli che leggiamo noi oggi e quasi come quelli che scrivevano i monaci medievali), inserendosi in modo rivoluzionario sul grande percorso di evoluzione del libro: prima le cortecce, poi il papiro dall’Egitto, poi la pergamena da Pergamo, poi la carta dalla Cina, poi…. eh… poi la lito-latta da Savona. A dirsi sembra ridicolo, ma a Savona quattro semplici ragazzi stavano escogitando una forma rivoluzionaria di libro, in cui le pagine erano di metallo, proprio come le macchine roboanti e i palazzi tesi al cielo che già sognavano e che ancora speravano di vedere. Il libro stava diventando tecnologia… Ci sarebbero mille considerazioni da fare a riguardo, ma il sottoscritto non potrebbe esaurirle neanche in uno di quegli infiniti tomi enciclopedici che i futuristi stessi avrebbero tanto odiato. Basta dire che i libri di metallo stampati in quel periodo furono due ed uscirono dalla tipografia zinolese di Vincenzo Nosenzo (uno di Marinetti, l’altro di Tullio Mazzotti). La stagione sembrò chiudersi lì, ma dopo tanti anni, l’editore Marco Sabatelli decise che no, non si poteva fermare lì la storia di quel geniale libro che a lui sembrava “un autentico capolavoro, un punto d’arrivo, l’ultimo e definitivo, dell’arte grafica ed editoriale di tutti i tempi”. Si mise a studiare nei minimi dettagli le tecniche “costruttive” del libro, ponendosi innumerevoli dilemmi sul nuovo libro: contattò Bruno Munari in persona, che gli diede una mano nella progettazione del libro aderendo con grande gioia al progetto. Poi ritrovò i macchinari di quella vecchia tipografia di Nosenzo, che già negli anni Ottanta si trovavano chiusi nella stanzetta polverosa di cui abbiamo parlato sopra: campionatura per scatolame e bidoni di oli minerali, questa era diventata la loro funzione… Li utilizzò per stampare il libro, poi rilegato in casa dell’ing. Alberto Bruni, in stretto contatto con la FIAT, organizzatrice della mostra “Futurismo & Futurismi” a Palazzo Grassi, che veniva così inaugurato dopo un importante restauro. Alla fine, cento copie del terzo “capolavoro metallico” giunsero a Venezia e vennero esposte. Ne vennero stampate altre cento copie. Il libro si chiama “Farfa il miliardario della fantasia”, e raccoglie tre delle più belle liriche di Farfa, poeta futurista crudelmente dimenticato, riscoperto dagli anni Cinquanta dal pittore Enrico Baj e preso in considerazione di nuovo in questi ultimi anni. Esse sono: “Tuberie”, “Affaraffari” e l’inedita “Seggiola solare”.
L’opera ha una nota critica di Giovanni Farris, una presentazione di Marinetti e le illustrazioni del celebre scultore Bruno Munari.
E’ tempo di pulire le ragnatele e spazzare via la polvere, per sempre, e difendere-diffondere la cultura futurista savonese una volta per tutte, come già alcuni studiosi ci hanno insegnato negli ultimi decenni.

MATTEO FERRARI

Informazioni aggiuntive

Autore

Farfa

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